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Il castello maledetto di William Castle

Nel 1963 l'americano William Castle va in Inghilterra a girare con la Hammer un remake de Il castello maledetto (The old dark house) diretto da James Whale nel 1932 per la Universal. Lo studio americano aveva ceduto i diritti di tutti i suoi horror alla casa inglese nel 1958 dopo lo strepitoso successo del Dracula di Terence Fisher.

Castle prima di esordire nel genere spaventoso nel 1958 con Macabro aveva diretto film di tutt'altro genere dal poliziesco-noir, dall'avventura al western. Con i film dell'orrore trova il suo terreno ideale percorrendo il difficile cammino a metà strada tra paura e ironia, tra finzione e realtà, e sperimentando sistemi che coinvolgessero il pubblico a 360°. Mai si era cimentato in un remake, i suoi lavori si ispiravano tutt'alpiù a qualche film di successo appena uscito, come nel caso di Homicidal, o erano tratti da qualche romanzo come per Mr. Sardonicus. Per il resto solo soggetti originali usciti dalla fantasia del romanziere e Robb White.

Ne Il castello maledetto ritroviamo in qualche modo le sue tematiche preferite basate sugli ironici inganni.

Tom (Tom Poston) deve portare una bella auto sportiva al castello dell'eccentrica famiglia Femm per consegnarla al suo amico Casper (Peter Bull). Giunto sul posto lo trova morto e scopre che tutta la famiglia è costretta a ritrovarsi lì ogni notte a mezzanotte se vuole accaparrarsi l'eredità di un loro antenato pirata. Un eredità che fa gola a tutti i Femm: Morgana (Fenella Fielding), molto determinata anche a portarsi a letto Tom, il suo muto (per scelta misantropa) e forzuto padre Morgan (Danny Green), Agatha (Joyce Grenfell) che passa le sue giornate con l'uncinetto, Petiphar (Mervyn Johns), convinto che prima o poi ci sarà un nuovo diluvio universale, Jasper, gemello di Casper, Roderick (Robert Morley), il capofamiglia collezionista di armi antiche, e Cecily (Janette Scott), la bella cugina di Casper l'unica che sembra normale, e sottolineo sembra. Uno ad uno i Femm vengono uccisi dalle loro stesse passioni, Agatha trafitta dai ferri dell'uncinetto, Roderick da un colpo di arma da fuoco.

Che per Tom tutto sarebbe stato difficile lo si capisce da quando, non appena giunto nel castello dei Femm, una piccola statua distrugge l'automobile che aveva portato per Casper. Giunto davanti alla porta, non appena suona il campanello, si apre una botola che lo fa precipitare in cantina dove si ritrova puntato il fucile di Petiphar. Quando i componenti della famiglia iniziano a morire, questi piuttosto che sospettare l'uno dell'altro accusano Tom, il nuovo arrivato, l'indifendibile intruso che nessuno conosce all'infuori del defunto Casper. È chiaro che ci troviamo di fronte a qualcosa di scherzoso, forse al film più ironico della Hammer, e che tutto finirà bene. I Femm si toglieranno presto la maschera mostrando la loro vera natura, ricordandoci che le apparenze quasi sempre ingannano. Il castello maledetto resta comunque uno dei lavori meno riusciti di William Castle, girato un po' con la mano sinistra, lontano anni luce dai suoi lavori indipendenti e americani in cui il gioco ingannatore con il pubblico era totale, o almeno provava ad esserlo.

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